LAGO TRASIMENO E TOSCANA

Itinerario di Valeria Ricci [ Light Lab ]

 

PROGRAMMA

GIORNO 1

  • Partenza
  • Arrivo a Castiglione del Lago
  • Cena
  • Possibile tour notturno per Castiglione del Lago

GIORNO 2

  • Città della Pieve
  • Panicale

GIORNO 3

  • Isola Maggiore
  • Isola Polvese
  • Passignano Sul Trasimeno 

GIORNO 4

  • Montepulciano
  • Pienza
  • Montalcino

GIORNO 5

  • Siena

CASTIGLIONE DEL LAGO

La città deve il suo nome al simbolo della famiglia che anticamente vi dominava; infatti Castiglione deriva da Castellum Leonis(castello del leone), volgarizzato poi in Castellioni.
Castiglione del Lago si trova lungo quella che un tempo era un’importante via di comunicazione, stretta tra Orvieto al sud, Chiusi ad ovest ed Arezzo al nord. La sua posizione in una zona così contesa, prima tra gli Etruschi ed i Romani, in seguito tra le cittadine toscane e Perugia, causò in numerose occasioni la distruzione delle fortificazioni originali, ricostruite a più riprese. Fondata dai romani col nome di Novum Clusium (Nuova Chiusi), sorge su di un colle che in epoca antica costituiva la quarta isola del lago Trasimeno (le tre isole ancora esistenti sono la Maggiore, la Minore e la Polvese) prima che la striscia d’acqua che la separava dalla terraferma fosse riempita. Nella struttura urbanistica del borgo antico è facilmente riscontrabile, nelle tre strade parallele che tagliano longitidinalmente il paese (decumani), l’origine romana.

Il comune di Castiglione del Lago durante la seconda guerra mondiale venne attraversato dalla linea Albert, anche conosciuta come “linea del Trasimeno”: fu una linea difensiva creata dall’esercito tedesco durante la ritirata dalla campagna d’Italia nel 1944.

LUOGHI DA VISITARE: L’intero borgo è un esempio di architettura militare umbra interessanti le mura medioevali, la Rocca. Il camminamento di guardia offre uno scorcio sul lago affascinante. Il palazzo Ducale è ricco di opere pittoriche interessanti del “Il Pomaranciosono da visitare assolutamente anche le chiese di Santa Maria Maddalena, di San Domenico di Guzman ed il palazzo del Capitano del Popolo.

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CITTÀ DELLA PIEVE

Il “percorso” valorizza la parte più caratteristica della struttura urbanistica della città: i vicoli. Questi “itinerari secondari” della città sono camminamenti di un invitante “labirinto” di angoli suggestivi, di luoghi della memoria, di spazi densi di emozioni che hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi punti di incontro e di vita.

La conformazione urbanistica di Città della Pieve risale alla prima metà del sec. XIII quando l’antica Castel della Pieve, già sottomessa da Perugia fin dal 1188, si afferma come libero Comune. La maglia urbana presenta soluzioni tipiche della prima civiltà comunale: le strade larghe e in curva evidenziano la presenza della classe dei cavalieri che andavano alla guerra con il cavallo; le strade a ridosso, più strette e ad andamento frammentato, indicano invece la classe dei pedoni, contadini inurbati, che usavano l’arco e la balestra. Così nello scontro tra le due classi, i cavalieri potevano sfuggire al tiro dei pedoni tramite la curvatura delle strade; invece i pedoni si difendevano tramite la struttura dei vicoli impenetrabili al cavallo.

Via delle Scuole Pie: Deve il suo nome al prospiciente Palazzo Orca, sede fino all’Unità d’Italia delle Scuole Pie, tenute dai Padri Scolopi.

Via delle Nottole: La denominazione deriva dalle botteghe di artigiani costruttori di botti.
Nottola è un particolare legno utilizzato nella costruzione di botti.

Via Borgo di Giano: Deriva da “Burgus ianuae”, cioè borgo della porta, in riferimento all’antica porta che esisteva alla fine di Via Manni sull’odierna Via Roma

Via Roma: È l’antica Via del Vecciano, da “vetus ianua” ovvero vecchia porta dell’originario centro urbano, situata alla fine di Via Manni.

Via Manni: Anticamente era denominata Via Lombardia. Qui abitavano maestranze lombarde dedite alla lavorazione del laterizio.

Ma con tutta probabilità la denominazione di Lombardia fa riferimento all’antico “castrum” longobardo, primo nucleo della città realizzato intorno al sec. VII d.c.

Via Antonio Verri: La strada è dedicata ad Antonio Verri (1839/1925) geologo e ingegnere idraulico.

Piazza Antonio Gramsci: Era l’antica Piazza del Forno.

Piazza Plebiscito: La denominazione si deve da Plebiscito di annessione di Città della Pieve allo Stato Unitario.  Era l’antica “Platea Pubblica”.

Via Fiorenzuola: Deve il suo nome alla presenza di una comunità di mercanti fiorentini che si erano insediati nei pressi dell’odierna Piazza di Spagna, l’antica Piazza della Mercanzia.

Piazza di Spagna: Era la Piazza della Mercanzia, in origine molto più grande dell’attuale e collegata alla Piazza Pubblica, oggi Piazza Plebiscito.

Piazza XIX Giugno: L’odierna denominazione si riferisce a 19 giugno 1944 giorno della Liberazione di Città della Pieve durante la Seconda Guerra Mondiale.

Era l’antica piazza dove si svolgeva il mercato dei buoi e pertanto denominata Piazza dei Buoi.

Via del Cocciaro, via del Fango: Qui avevano sede botteghe e fornaci artigiane dei cocciari, ossia fabbricanti di vasi.

Via del Profiello: Deve il suo nome al “profiello” ovvero ballatoio esterno, che le case prospicienti lo scosceso versante dovevano avere in passato.

Via Francesco Melosio: La denominazione fa riferimento a Francesco Melosio (1609/1670), poeta e scrittore pievese, famoso per le sue liriche burlesche e per le sue tragedie, animatore del circolo culturale di Cristina di Svezia a Roma.

Era denominata popolarmente Via delle Pupe, forse allusivo alla presenza di case di piacere.

Qui si aprivano numerose botteghe di fabbri e calderai.

Via delle Forbici: L’antico bassorilievo in pietra affisso sul muro di una casa per chi proviene da Via del Barbacane, riportante una paio di forbici, fa supporre che qui si aprivano le botteghe dei sarti.

Via del Barbacane: Deve il suo nome al rincalzo difensivo delle mura medioevali prospicienti. Era chiamata anche Via del Funaro, per la presenza di botteghe di funai.

Via Baciadonne: È ritenuta una delle vie più strette d’Italia, sorta probabilmente per separare dei confinanti in lite tra loro. La denominazione è ovviamente da mettere in riferimento all’arguta fantasia popolare. Percorso il vicolo, splendida veduta sulla Chiana Romana e il Monte Cetona.

Via delle Case Basse: La via deve il suo nome alla presenza di basse costruzioni. Qui in passato esistevano numerosi mulini.

Via Arco delle Piagge: Piaggia significa declivio affacciato verso la valle.

Belvedere dalla chiesa di San Pietro

La chiesa si affaccia su un ampio belvedere che domina la Chiana Romana e il Monte Cetona.

A sud l’antico vulcano del Monte Cimino e i Monti Volsini che circondano il Lago di Bolsena; a nord, tra Arezzo e Firenze, il Massiccio del Pratomagno.

Da sinistra i centri di: Ficulle, Fabro, Cetona, Sarteano, Chianciano, Montepulciano e in basso a destra, Chiusi. Al centro della valle si trova il confine tra Umbria e Toscana coincidente con la palude che per secoli ha separato i territori di Perugia e Siena e successivamente lo dello Stato della Chiesa e del Granducato di Toscana. Da qui è possibile osservare l’altopiano di Città della Pieve, dalle marcate caratteristiche morfologiche di un antico delta del Lago Tiberino.

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PANICALE

Si ipotizza che l’origine di Panicale sia antichissima anche se non ci sono fonti certe che lo testimoniano.

LUOGHI DA VISITARE: il Palazzo del Popolo, la Collegiata di S. Michele, il Palazzo del Podestà, la Chiesa di Sant’Agostino, il complesso del San Sebastiano, il Santuario della Madonna di Mongiovino, il Santuario della Madonna di Grondici.

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